Report grotta Antro del Corchia 2 parte

La notte trascorre tranquilla nonostante fuori sembra cadere il mondo intero..il tepore del sacca pelo mi permette di fregarmene altamente e poi complice la mancanza di mia moglie posso godermi una notte di pieno sonno senza che gli ormoni mi tengano sveglio. Al mattino dopo una veloce colazione ci mettiamo subito in viaggio per raggiungere l’ingresso turistico dell’antro del Corchia dove conosciamo Franco e Maurizio persone veramente simpatiche e cordiali e così la comitiva è completa. Finiti i preparativi di rito io il Mala e il Pedro saliamo sul pick-up di Angy e gli altri sul fuoristrada di Franco e iniziamo a salire su per Monte Corchia…trascorsi dieci minuti tra buche sassi e saltelli di questa mulattiera arriviamo a quello che dovrebbe essere la partenza della camminata che precede l’ingresso dell’Eolo…già dovrebbe PECCATO che non è così , a causa della somiglianza dei vari tornanti della mulattiera il percorso da fare a piedi è aumentato ci siamo fermati con i fuoristrada un paio di tornanti prima. Trascorso un tempo indefinito che può stare tra l’ora e l’eternità ansimanti sudati e stanchi io e il Mala ultimi arriviamo all’ingresso della tanto sospirata grotta dove gli altri già ci aspettano. Il tempo di recuperare e siamo pronti. Via si entra… l’entrata è fatta da un cunicolo abbastanza agevole ma purtroppo la pancia si fa sentire un paio di tiri e spinte e un mezzo santione e riesco ad entrare pure io , naturalmente ultimo. Una volta dentro la galleria si apre e prosegue verso sinistra mentre però vedo Franco e Maurizio che iniziano ad armare una calata in doppia a destra. Mi avvicino e notando che è una discesa appoggiata di pochi metri mi rilasso un attimo…per fortuna si inizia soft. Pian piano scendono tutti io penultimo e Franco ultimo. Ok l’inizio mi garba (come dicono da queste parti) e subito ho una sensazione “strana” non so se frutto della mia fervida immaginazione o no comunque mi sento osservato e l’immagine che percepisco è un volto famigliare e beffardo…ora mi sento più tranquillo il mio angelo custode è qua. Mi scuso con chi sarà arrivato fin qui nella lettura anche se penso che non siano in molti ad avere un livello così alto di sopportazione però i ricordi si fanno un po’ confusi..e le probabilità di errore narrativo aumentano va bé riprendiamo. Si susseguono nell’ordine un pozzetto da 6 metri un 4 dei traversi e un altro pozzetto da 8 alternati da canyon da fare in spaccata per chi ha le gambe lunghe oppure per i piu corti con il sedere (3a longe come dice Franco) da una parte e le gambe che puntano dall’altra parte del canyon e arriviamo al cospetto del Pozzacchione che come scritto sulla tabella appesa in prossimità dell’armo misura 52,5 metri…e tra l’ilarità generale Franco esclama “ma come avranno fatto a misurare il mezzo metro?”. La caratteristica di questa calata è che a circa 30 metri dal fondo va armata con un altra corda per poter giungere sul fondo e di conseguenza bisogna fare un cambio corda anche se non presenta particolari difficoltà…molto bella la discesa riesce a colpire anche me nonostante il mio perenne disagio per il vuoto. Una volta sceso anche il pozzo di 5 metri (Saltino del Belga) si entra nel Salone Manaresi dove finalmente ci fermiamo a mangiare. Ho fame e mentre mangiamo e ci rilassiamo commentiamo la grotta visitata fino qua. Io mi son pure portato il fornelletto per fare un thè caldo , tiro fuori il necessario dal sacco e mi metto ad armeggiare con pentolino bustine di thè zucchero e quant’altro …ma quanto sono attrezzato ….ma quanto sono figo ….ma ..Porc..quanto sono coglione!!! i 2/3 del gas del fornelletto se n’erano andati via nel tragitto dall’ingresso in grotta fino a qua. Con la coda tra le gambe mi faccio prestare il fornelletto da Franco(anche lui uso alle comodità) e finisco di preparare il thè. Il tempo di un sorso veloce e siamo di nuovo in marcia.

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